Etty Hillesum
Il "Diario" di Etty Hillesum ha commosso i lettori di tutto il mondo, e oggi lo troviamo spesso citato fra le testimonianze più alte delle vittime della persecuzione nazista. Queste "Lettere", scritte in gran parte dal campo di Westerbork, dove la Hillesum volle essere internata pur potendo evitarlo, ci permettono di udirne la voce fino all'ultimo, fino a una cartolina gettata dal finestrino del treno che la portava ad Auschwitz. In ogni pagina colpisce la determinazione di Etty, la sua vocazione eroica, che si manifesta nel suo rifiuto di ogni possibilità di salvarsi e nella ricerca testarda di ogni gesto che possa aiutare chi le si trova vicino. E, dietro a tutto, sentiamo risuonare le parole con cui descrisse, con la massima semplicità, la sua condizione: "Credo che per noi non si tratti più della vita, ma dell'atteggiamento da tenere nei confronti della nostra fine".
Lettera a Etty Hillesum di Marina Corradi (Tempi.it, 16 novembre 2013)
Etty Hillesum e quella “debolezza sicura” più forte della furia devastatrice dei nazisti di Cristiana Dobner (Inserto "Donne Chiesa Mondo” dell’Osservatore Romano, 01 luglio 2013)
Approfondimenti:
Padova: Etty Hillesum. Cercando un tetto a Dio monologo di Marina Corradi
Meeting di Rimini: Scheda dello spettacolo realizzato per l’edizione del Meeting 2009
Etty Hillesum, estratti da DIARIO 1941-1942 (ed. integrale di Adelphi Edizioni, 2012, traduzione di Chiara Passanti, Tina Montone).
“Su lasciatemi essere il cuore pensante di questa baracca. Vorrei essere il cuore pensante di un intero campo di concentramento". Volevo solo dire questo: la miseria che c’è qui è veramente terribile – eppure, alla sera tardi, quando il giorno si è inabissato dietro di noi, mi capita spesso di camminare di buon passo lungo il filo spinato, e allora dal mio cuore s’innalza sempre una voce – non ci posso far niente, è così, è di una forza elementare -, e questa voce dice: la vita è una cosa splendida e grande, più tardi dovremo costruire un mondo completamente nuovo. A ogni nuovo crimine o orrore dovremo opporre un nuovo pezzetto di amore e di bontà che avremo conquistato in noi stessi. Possiamo soffrire ma non dobbiamo soccombere. E se sopravviveremo intatti a questo tempo, corpo e anima ma soprattutto anima, senza amarezza, senza odio, allora avremo anche il diritto di dire la nostra parola a guerra finita. Forse io sono una donna ambiziosa: vorrei dire anch’io una piccola parolina.
- 1941 -
"Il mondo rotola melodiosamente dalla mano di Dio"... Anch'io vorrei rotolare melodiosamente dalla mano di Dio. (Domenica 9 marzo - p. 28)
... ho accettato con gioia la bellezza di questo mondo di Dio, malgrado tutto. Ho goduto altrettanto intensamente di quel paesaggio tacito e misterioso nel crepuscolo... E quel paesaggio è rimasto presente sullo sfondo come un abito che riveste la mia anima. (Domenica, le undici - p. 33)
E adesso, improvvisamente, questo atteggiamento che per ora chiamo "possessivo" è cessato. Mille catene sono state spezzate, respiro di nuovo liberamente, mi sento in forze e mi guardo intorno con occhi raggianti. E ora che non voglio più possedere nulla e che sono libera, ora possiedo tutto e la mia ricchezza interiore è immensa. (Domenica, le undici p. 35)
... mi rifiutavo di salire verso quel futuro di gradino in gradino. E, ora che ogni minuto è pieno, pieno sino all'orlo di vita e di esperienza, di lotta e vittorie e cadute, ma subito dopo di nuovo lotta e talvolta pace, - ora non penso più a quel futuro, in altre parole mi è indifferente se riuscirò a produrre qualcosa di straordinario oppure no, perchè sono certa che ne verrà fuori qualcosa. (Venerdì 21 Marzo - p. 38)
Ci s'interroga sul senso della vita, ci si domanda se essa abbia ancora un senso: ma per questo bisogna vedersela esclusivamente con se stessi, e con Dio. Forse ogni vita ha il proprio senso forse ci vuole una vita intera per riuscire a trovarlo. (Sabato 14 giugno, le sette di sera - p. 48)
Dentro di me c'è una sorgente molto profonda. E in quella sorgente c'è Dio. A volte riesco a raggiungerla, più sovente essa è coperta da pietre e sabbia: allora Dio è sepolto... (26 agosto, martedì sera - p. 60)
... il paesaggio ampio, quieto e anche un pò triste, guardavo fuori dalla finestra ed era come se viaggiassi attraverso il paesaggio della mia anima. Paesaggio dell'anima. Spesso il paesaggio esterno è per me lo specchio di quello interno... Paesaggio ampio, sereno e pieno di luce. (31 dicembre, martedì mattina, le dieci - p. 92).
E ora mi capita di dovermi inginocchiare di colpo davanti al mio letto, persino in fredda notte d'inverno. Ascoltarsi dentro. Non lasciarsi più guidare da quello che si avvicina da fuori, ma da quello che s'innalza dentro. (31 dicembre, martedì mattina, le dieci - p. 93)
- 1942 -
È proprio l'unica possibilità che abbiamo, non vedo alternative. Ognuno di noi deve raccogliersi e distruggere in se stesso ciò per cui ritiene di dover distruggere gli altri. E convinciamoci che ogni atomo di odio che aggiungiamo al mondo lo rende ancor più inospitale" (p. 212).
(Dal Diario di Ettyt Hillesum - Ed. Adelphi)