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“Il Grande Inquisitore”
Lettura teatrale dell'attore Giorgio Bonino
La “Leggenda del Grande Inquisitore”, sorta di romanzo nel romanzo all’interno del capolavoro di Fedor Dostojevskij “I fratelli Karamazov”, ultima opera e quasi testamento spirituale del grande scrittore russo è qui proposta in forma di lettura teatrale dall'attore Giorgio Bonino
La Leggenda del Grande Inquisistore
Una sera in trattoria Ivan espone al fratello Alesa le ragioni del suo atteggiamento di anarchico rifiuto dell’assurdità della vita. Alesa gli ricorda che Dio può rendere ragione di quella apparente assurdità e che ha fornito agli uomini una risposta per mezzo di Suo figlio Gesù Cristo. Ivan allora gli racconta il contenuto di un testo letterario che pensa di scrivere: ”La leggenda del Grande Inquisitore”.
Siamo a Siviglia nel 1500. Gesù torna sulla terra per visitare il suo popolo. Avendo assistito in diretta da lontano ad alcuni Suoi miracoli sulla piazza della cattedrale, il Grande Inquisitore lo fa subito rinchiudere in prigione. Nella notte, solo, si reca da Lui in cella. Qui si svolge il bellissimo monologo, in cui il vecchio inquisitore rimprovera a Gesù l’assurdità di un messaggio troppo sublime per la stragrande maggioranza degli uomini, impossibilitati a seguirlo per la loro intrinseca debolezza. Il grande tema della libertà e del libero arbitrio, cuore dell’essere umano. Nella figura di Cristo all’interno del racconto, il fatto cristiano è sentito come un’esigenza di responsabilità totale e come qualcosa di assolutamente fuori del comune. Il cristianesimo della leggenda è un cristianesimo un po’ irreale, in cui si introduce una forma di ribellione molto sottile, che consiste nell'ammettere solo un cristianesimo “puro”. Identificare il fatto cristiano con l’ideale cristiano, respingere le gradazioni, il “meglio”, significa in fondo ribellarsi a Dio, che è il Dio dell’amore e dell’umiltà, ossia, in questo caso, della realtà. Neppure dopo il peccato il mondo ha cessato di essere creatura di Dio. Non è divenuto il nulla. La creazione è giudicata, non respinta. Sebbene corrotto, il mondo rimane opera Sua, causa e fine della redenzione. Quindi per dirla con le parole Dostoevskij "l’unica legge del cristiano è quella di imitare Cristo”
Chi è Giorgio Bonino
Diplomato alla Civica Scuola d’arte drammatica del Piccolo di Milano. (anno 1982) I° premio concorso nazionale Wanda Capodaglio 1982 (Teatro La Pergola di Firenze) come miglior allievo. Ha lavorato accanto ad Aroldo Tieri, Valeria Valeri, Turi Ferro, Anna Proclemer, Gabriele Ferzetti, Franca Nuti, Nando Gazzolo, Gianni Agus, Ugo Pagliai, Ernesto Calindri, Lina Volonghi, Franco Branciaroli … E con i registi come Luca Ronconi, Mario Missiroli, Antonio Calenda, Sandro Sequi, Gianfranco De Bosio, Walter Pagliaro…. Esperienze di teatro, televisione, prosa radiofonica; doppiatore e direttore di doppiaggio. Bellissima la sua interpretazione del cardinale Thomas Beckett in ‘Assassinio nella cattedrale’ di T.S. Eliot
Della durata di poco più di un’ora, la lettura è pressoché integrale - per informazioni e organizzazione della lettura: giorgio.bonino@fastwebnet.it