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Legnano (Mi): Russia 1917. Il sogno infranto di “un mondo mai visto
Inaugurazione mostraL'Associazione "De Gasperi" e l'Istituto Tirinnanzi, in collaborazione con Famiglia Legnanese hanno organizzato la mostra Russia 1917. Il sogno infranto di “un mondo mai visto” che sarà esposta sino al 18 marzo.
Il ricordo della Rivoluzione d’Ottobre ci chiama a riconsiderare l’origine, il senso e il permanere oggi di un avvenimento davvero epocale. La Rivoluzione Russa ha cambiato la prassi politica, i valori, l’etica sociale e la mentalità non solo russa ma mondiale. Il primo obiettivo della Mostra è mettere in evidenza che quello che avvenne fu il cambiamento del mondo, cambiamento da cui tutti siamo stati toccati. La novità della rivisitazione fatta dai curatori consiste nel lasciarsi guidare dal giudizio che ne diedero alcuni russi contemporanei illuminati da uno sguardo integralmente umano e cristiano, capace di coglierne subito la natura profonda. Sono questi intellettuali cristiani che si pongono vent’anni prima di Thomas Eliot la sua stessa domanda: è la Chiesa che ha abbandonato il popolo o è il popolo che ha abbandonato la Chiesa. Il loro giudizio è che la tragedia della Rivoluzione fu resa possibile dallo svuotamento della politica e della società cristiana, dal tradimento della Chiesa e dalla delegittimazione di ogni autorità civile; su questo terreno attecchì il nichilismo di un’utopia politica animata da una religiosità rovesciata, radicalmente immanente..
La Mostra è stata realizzata da Russia Cristiana in occasione della manifestazione Meeting per l’Amicizia fra i popoli 2017, gode del patrocinio del Comune di Legnano e della Città Metropolitana di Milano ed è ad ingresso libero e gratuito.
All'incontro di presentazione della mostra del 10 marzo 2018 sono intervenuti Adriano Dell'Asta, curatore della Mostra e docente di Lingua e Letteratura russa all'Università Cattolica di Milano e Aldo Brandirali, politico e fondatore di “Servire il Popolo”. Ha introdotto e moderato la serata il legnanese Luciano Piscaglia, giornalista di TV2000.
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La testimonianza di una delle guide della mostra:
Si è conclusa il 18 marzo la tappa Legnanese della mostra Russia 1917: il sogno infranto di un “mondo mai visto”. Per una settimana i visitatori, accompagnati, tra gli altri, dai ragazzi del liceo Tirinnanzi in alternanza scuola-lavoro, hanno potuto approfondire questo evento storico così fondamentale anche nello scenario attuale.
Si parte dalle cause, spesso semplificate fino alla menzogna, per poi passare al dramma della caduta di un sogno e alla violenza di un potere soffocante; sempre presentendo, ora ardente, ora stravolto, un continuo anelito alla libertà.
Nonostante la Rivoluzione del ’17 sia assolutamente russa e contingente, si tratta di una realtà sottesa, nella sua interezza, da un desiderio valido anche qui e ora: in questo sta il suo continuo interpellare il visitatore.
Lo smarrimento di fronte a un vuoto di potere e, allo stesso tempo, la paura della responsabilità, così come il sentire la libertà quasi come un peso - tanto è stata la delusione sperimentata nel tempo - sono aspetti drammaticamente presenti anche nella vita di oggi. Ed è per questo commovente seguire l’odissea del popolo russo che, in condizioni esponenzialmente più tragiche, riesce, nonostante tutto, a prendersi cura e a tutelare quelle ultime tracce di umanità che si rifiutano di arrendersi alla violenza.
E’ un percorso che parte da alcuni autori, tra i quali figurano degli ex marxisti, delusi, ma non vinti, le cui citazioni accompagnano il visitatore quasi ad ogni pannello. Si tratta di menti brillanti ed intelligenze vive che, di fronte al loro sogno in frantumi, si rifiutano di applicare un’ideologia estraniante che non permette di guardare in faccia l’uomo: tornano proprio a quell’uomo, così tradito, così incoerente, ma così vero. Tornano all’umano e, insieme, al suo aspetto spirituale, nemico del Partito perché troppo grande per essere illuso e soddisfatto, e che è, per questo, l’arma più forte contro ogni strapotere. Berdjaev, Bulgakov, Frank, ma anche Pasternak e Grossman. Fino a successive testimonianze più prossime nel tempo di vita quotidiana, come i ragazzi di piazza Majakovskij, così fedeli al loro desiderio di bellezza dal rischiare la vita per il diritto di diffonderla declamando poesie.
La Russia, piegata da uomini nutriti solo d’idee, riparte dalle caratteristiche essenziali dell’individuo: non volta le spalle a quel desiderio che l’aveva resa incandescente e l’aveva fatta fremere alla fine del XIX secolo, e da questo viene redenta. La tentazione dell’ideologia, il pretendere di possedere uno schema in grado di inquadrare la realtà intera e in cui le irregolarità vanno fatte rientrare con la forza, è sempre presente: ieri e oggi, in Russia, come in Italia e in tutto il mondo. Ma l’umano vive, l’umano vince, perché “gli uomini continuarono a restare uomini” e liberi, come disse Grossman. Perché ci è stato testimoniato che è possibile guardare realmente le rovine macchiate di sangue di un mondo ideale andato in frantumi e ancora desiderare, ancora sperare.
“E tutto ciò che sarà è solo una promessa” (O. Mandel’štam)
(Anna Ortica)